DOVE ACQUISTARLO?
Oggi andiamo ad introdurre una nuova micro camera di fascia economica marchiata Hawkeye FPV. L’idea è di Hawkeye è quella di portare sul mercato una micro camera potente ed economica e cercare di spodestare le sue dirette concorrenti. Ci sarà riuscita?
Caratteristiche tecniche
- Risoluzione:4K 50/30fps、2.5K 50/30fps, 1080p 50/30fps..
- Sensore Sony imx117 0.31 pollici 12Mp
- Giroscopio integrato
- Possibilità di settare tramite app dedicata: Iso,Shutter, WB etc.
- Formato video: mp3,H265
- Controllabile tramite radiocomando se collegata al FC
- Lenti intercambiabili e ND filter disponibili dalla versione 1 (Thumb 4k)
- Batteria integrata da 1s 620 mAh
Unboxing
Arriva in una scatola bianca con vari loghi HawkeyeFPV. Aprendo il pacchetto scopriamo subito i manuali di istruzioni (cinese/inglese), adesivi e certificato di qualità. Oltre questo la confezione contiene anche:
- Camera Hawkeye Thumb 2
- Filtro ND16
- Supporto magnetico da casco
- Supporto magnetico da collo
- Adesivo 3M
- Cavo USB-C
Al primo tocco sentiamo subito che la qualità della plastica della micro camera non è il massimo. Notiamo però con grande sorpresa che la calamita al suo interno è bella potente. La micro camera ha anche delle dimensioni abbastanza generose ed il peso di 34.5gr non la rende neanche la più leggera. Il kit di accessori che ci viene fornito non è quello più adeguato per farla volare con uno dei nostri droni FPV, nelle varie opzioni di acquisto infatti si può decidere di averla con un simpatico supporto a vite M5 (stile GoPro). Scendendo agli accessori il supporto da casco ricorda molto quello stile Insta360 mentre quello da collo è veramente molto ingombrante e poco pratico.
Configurazione
Per prima cosa prendiamo una scheda micro SD (con velocità U3) e inseriamola già formattata all’interno della Thumb 2. Adesso teniamo premuto l’unico tasto presente e aspettiamo che cominci a “bippare”. Si noterà anche una luce led verde posta di fronte all’obiettivo. Passiamo alla configurazione con il telefono, scansioniamo il codice QR code che troviamo sul manuale di istruzioni (nel nostro caso Android) e scarichiamo l’app che ne viene fuori (si chiama “okey”).
Adesso premiamo 2 volte consecutivamente il pulsante della Thumb 2 e noteremo che la luce frontale comincerà a lampeggiare di rosso e verde (modalità pairing). Colleghiamo la Thumb 2 al wifi dello smartphone password (12345678) e apriamo l’app. Se tutto è stato fatto correttamente apparirà subito l’anteprima della telecamera e alcune funzionalità:
- in basso a sinistra troviamo il pulsante dove possiamo cambiare la risoluzione video
- In basso centrale troviamo le modalità video/photo e il pulsante per far partire la registrazione
- in basso a destra troviamo la cartella con i file sulla microSD
- In alto a sinistra troviamo il tasto refresh (riavvio dell’anteprima)
- In alto a destra troviamo il pulsante configurazione (dove si può modificare tutti i valori di registrazione video e foto)
Non staremo a ripetere ogni singolo valore da impostare nel menu configurazione, abbiamo un articolo fatto apposta per impostare l’action camera nel modo corretto. Molto importante però soffermarci sull’assenza della stabilizzazione EIS e sostituita completamente dal file gyrolog presente nella telecamera. Infatti viene utilizzato gyroflow per stabilizzare le immagini della telecamera. Personalmente l’idea è azzeccata perchè purtroppo queste telecamere di fascia bassa hanno sempre una stabilizzazione integrata che fà peggio che meglio.
Se la configurazione con il telefono è banale, non lo è da meno la configurazione sul drone. Abbiamo tralasciato la parte dedicata alla connessione al FC al momento visto l’assenza dell’apposito cavo. Per questi test infatti abbiamo dovuto ideare un supporto apposta disegnato e stampato per il nostro cinewhoop APW.
Primi Test e peso del drone
Il supporto (per il drone APW) ideato è veramente molto minimal per contenere il peso della build che dovrà andare a stare sotto i 250 grammi. Primo obiettivo riuscito anche se con le lipo Ovonic 650mAh siamo precisi precisi. Il volo è come sempre perfetto e la telecamera a stento si sente sul modello e forse è addirittura più agile di quando ha montato sopra la GoPro Naked 8. Per quanto riguarda la prima registrazione non possiamo dire altrettanto visto che abbiamo notato subito che il bilanciamento del bianco era rimasto automatico e era attivo anche il WDR (che hanno fatto un disastro).
Un altra pecca è la durata limitata della batteria se si registra in formati più grandi del 1080, si può risolvere se si collega la Thumb 2 al drone visto che ha una bec integrata fino a 6S. Il secondo test (che è quello che vi portiamo in video) invece è avvenuto in una giornata di marzo veramente molto soleggiata e quindi abbiamo messo alla prova anche l’ND filter compreso nella confezione.
Test 1 drone non stabilizzato
In questo test vi portiamo i 30 secondi di entrambe le registrazioni 4k 30fps e 2.7k 4:3 50fps. Purtroppo nella registrazione 4k il filtro ND16 non è bastato a tenere esposto correttamente la ripresa, mentre in quello a 2.7k siamo al limite.
Test 2 drone stabilizzato con Gyroflow
Passiamo ora su Gyroflow v 1.6
I file vengono riconosciuti istantaneamente dal software con il giusto profilo lente, inseriamo correttamente anche i file .gcsv del giroscopio e premiamo “scansione automatica”. Il risultato è assolutamente interessante per quanto riguarda entrambi i filmati, è stato regolato manualmente solo il primo punto di sincronizzazione della clip a 2.7k visto la partenza non pulitissima.
Test 3 Davinci Resolve
Una volta stabilizzato è il momento del color grading. Parliamo un attimo del filmato impostato completamente in flat e facciamo una grande premessa: questa telecamera costa 70 euro e non ha niente a che vedere con le più blasonate insta360 Gopro e Dji.
Una volta capito questa grande verità apriamo umilmente Davinci Resolve 19 e procediamo al grading e alla colorazione. Il file che esce da questa telecamera non è completamente flat e non è neanche logaritmico. Va da sé che gli spazi colore sono già definiti e pronti ad essere lavorati come una GoPro Session o comunque una qualsiasi action cam a 8 bit. La parola chiave è andarci piano.
Qualche aggiustamento di esposizione e di colore lo riesce benissimo a fare ma sempre con molta cautela. Se volete inserire una lut preimpostata fatelo alla fine del node tree ma regolatela tramite il key-output in modo da non essere troppo invasivi. Qui abbiamo lavorato benino in fase di registrazione ma un ND32 avrebbe fatto la differenza anche sulle parti bruciate dalla sovra esposizione, in post non si è potuto fare niente per migliorarlo. Sono anche abbastanza introvabili i filtri ND32 ma siamo riusciti a trovarli a questo link.
Conclusione
Ero partito con il piede sbagliato nel test di questa action camera, cercando di trovare la sua collocazione tra le competitor. Il form factor non la rende semplice da montare su un drone (a differenza della sua precedente), gli accessori non utili per l’FPV e i vari video trovati in rete mi hanno fatto dubitare molto. Invece una volta montata sul drone e trovato il giusto compromesso, per quello che costa, ha più punti a favore che quelli a sfavore. Per un uso social senza troppe pretese direi che si può acquistare a colpo sicuro.