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Nuove frequenze per i droni

Nuove frequenze per i droni

Circa un mese fa la commissione europea ha rivisto il regolamento sull’uso dello spettro delle radiofrequenze rendendo di pubblico dominio lo spettro di frequenza dei 5.1 / 5.2 GHz. 

Per chi non fosse informato o per chi fosse alle prime armi come pilota di droni FPV, i nostri amati aeromodelli sfruttano diverse bande di frequenza sia per il controllo e il comando del mezzo sia per la trasmissione dei segnali video.

In particolare il sistema di trasmissione e ricezione dei comandi e della telemetria avviene sulla banda di frequenza dei 2.4 GHz, anche se esistono riceventi e trasmittenti che operano su una banda di frequenza di 868 MHz, mentre i segnali video sono trasmessi sulla frequenza dei 5.8 GHz. In quello spettro di banda la commissione europea ha fissato dei valori massimi di potenza di trasmissione che sono rispettivamente 100 mW per la trasmissione su banda 2.4GHz e 25 mW per la banda di frequenza dei 5.8 GHz. 

Questi valori sono stati fissati per ridurre il più possibile le interferenze e l’inquinamento da campi elettromagnetici derivanti dai nostri sistemi ma, di fatto, hanno reso molto complicato volare in quanto abbiamo sulla frequenza dei 2.4 GHz tanti disturbi generati da apparati WiFi di vario tipo mentre sulla frequenza 5.8 GHz il valore di potenza di 25 mW di trasmissione risulta essere estremamente basso. 

I limiti imposti in Europa risultano molto stringenti soprattutto se paragonati a quelli di America e dei paesi Asiatici. Le normative applicate dalla Federal Communication Commission (FCC) prevedono infatti potenze di trasmissione fino a 1W. 

Da una parte possiamo comprendere il tentativo dell’UE di limitare, anche a livello di componentistica, il range dei droni che, come sappiamo, in categoria Open possono volare soltanto a vista e quindi a distanze di massimo qualche centinaio di metri. Dall’altra parte questo eccesso di limitazioni può risultare pericoloso ed essere causa di possibili perdite di segnale, anche se si vola a vista, per qualche interferenza o per qualche ostacolo che si interpone tra noi e il drone stesso. 

Sembra che anche la commissione europea, con l’atto UE 2022/179, abbia deciso di fare un passo in avanti di apertura nei confronti dei piloti di droni introducendo la possibilità di utilizzare in maniera non esclusiva lo spettro di frequenze tra i 5,170 GHz e i 5,250 GHz con potenza di trasmissione del segnale fino a 200 mW. 

Se questa può sembrare una buona notizia per altri versi, soprattutto per chi vola con droni autocostruiti, potrebbe rivelarsi una bella doccia fredda soprattutto se già avete acquistato sistemi digitali. Le attuali VTX infatti lavorano su spettri di frequenza compresi tra 5,865 GHz e 5,730 GHz, in realtà lo spettro può essere anche più esteso ma di fatto le frequenze non sono utilizzabili se non con autorizzazioni particolari. Ne consegue quindi che sarà necessario aggiornare o sostituire le VTX per poter usare la banda di frequenza nuova soprattutto se verrà reso obbligatorio da regolamento EASA.

I più attenti tra i proprietari del DJI RC si saranno però resi conto che DJI stessa aveva già previsto la possibilità di sfruttare la frequenza dei 5.2GHz per la trasmissione dei dati in ambiente indoor e quindi, di fatto, il radiocomando risulta già compatibile. Pura coincidenza? 

Concludiamo ricordando che avere aumentato la potenza di trasmissione del segnale non significa avere reso legale il fatto di poter volare a chilometri di distanza in BVLOS, cioè senza volare a vista. 

State sempre attenti a quello che fate quando volate con i vostri droni. 

Buon volo a tutti e Stay Tuned per altre novità.

 

Articolo scritto da Marco Greco, revisionato da Roberto Acchiardo, caricato sul sito da Matteo Del Pino.

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