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DOVE POSSO VOLARE COL DRONE?

DOVE POSSO VOLARE COL DRONE?

ENAC

Se cercate in rete la parola “Drone” troverete solamente proposte di acquisto allettanti, mentre magari ci si aspetterebbe di trovare nozioni su come sono costruiti i droni o su come si pilotano i droni e quali regole di volo occorre seguire. Se è così semplice acquistare un drone sia su internet che nei principali negozi di elettronica non è altrettanto semplice capire come farlo volare e come usarlo correttamente. Per gli articoli sulle dinamiche del volo e su come i droni sono costruiti cliccare sui link corrispondenti.

In questo articolo, invece, ci soffermeremo sulle regole dell’aria da rispettare per poter usare al meglio ed in sicurezza i nostri droni. 

Per quelli che sono ancora alle prime armi, le due agenzie deputate a regolamentare il volo di qualsiasi aeromobile che solca i cieli, compresi i droni o APR ovvero “Aeromobili a pilotaggio remoto” sono ENAC ”Ente Nazionale di Aviazione Civile” ed EASA “European Union Aviation Safety Agency”.  Il principale regolamento per la conduzione di droni è  il documento “UAS-IT” pubblicato da ENAC che integra i disposti del regolamento europeo (UE) n. 947/2019 di EASA. Per maggiori informazioni sulle categoria aperte visitare il direttamente il sito di ENAC. Come potete facilmente capire è il peso del drone o, per usare il termine tecnico, “massa operativa al decollo” che va a determinare la categoria in cui operate e di conseguenza quello che potete fare e non fare. 

La categoria che ci da più libertà è quella dei droni sotto i 250 grammi di peso ovvero appartenenti alla classe di peso C0. Con un drone sotto i 250 grammi, è possibile volare senza la necessità di avere il brevetto di volo “categoria open A1-A3” rilasciato da ENAC o da altro ente di aviazione di uno stato appartenente all’unione europea.  Occorre però rispettare determinate regole generali di seguito riportate:

  • è vietato il volo sopra persone non informate o comunque sopra assembramenti di persone 
  • è necessario registrare il drone sul portale D-FLIGHT
  • è necessario avere un’assicurazione RC (responsabilità civile), che copra i danni causati dal drone a terzi
  • il volo va sempre effettuato di giorno e il pilota deve sempre mantenga il continuo contatto visivo con l’aeromodello, senza l’ausilio di dispositivi ottici e/o elettronici.

Nella tabella categoria open A1 trovate citati anche i droni giocattolo. Questi droni sono modelli particolari in possesso della certificazione 2009/48/CE, che dovete trovare stampigliata sul modello, per i quali si può evitare assicurazione e registrazione in quanto sono modelli totalmente inoffensivi.  Se si sale di categoria di peso sopra i 250 grammi, esempio categoria C1 fino a 500 grammi o C2 fino a 2kg, oltre alle precedenti regole descritte, è necessario acquisire anche il brevetto di volo categoria open A1-A3 rilasciato dall’ENAC o altro ente di stato appartenente all’unione europea. Se poi volete andare oltre e, ad esempio, pensare di usare il drone per fare foto su assembramenti di persone, come le foto di feste o matrimoni, allora è necessario accedere al secondo livello con il brevetto di volo categoria open A2. Dopo l’ultimo livello di categoria Open esistono ulteriori abilitazioni ma per meglio comprenderle è necessario fare un salto indietro e parlare di D-FLIGHT. 

DFLIGHT

D-FLIGHT è l’unico portale internet ufficializzato a livello italiano da ENAC per la consultazione delle mappe di volo, per la registrazione dei droni e degli operatori o piloti di droni. 

Esistono tante altre applicazioni per la consultazione di mappe o addirittura applicazioni sviluppate da noti produttori di droni che integrano le fly-zone o zone di volo ma queste legalmente non sono riconosciute valide almeno in Italia. 

Chi vuole volare con un drone di qualsiasi categoria deve quindi consultare le mappe di D-Flight con le indicazioni delle “fly-zone” o delle “no fly zone”. Questo perchè le zone di volo introducono ulteriori regole oltre alle limitazioni generali indicate dal regolamento viste nel paragrafo precedente. Per farvi un esempio pratico quella che vedete nell’immagine riportata nell’articolo è un estratto della mappa tecnica Italia con registrate tutte le aree di volo.  Come si può notare ci sono aree rosse dove non è possibile volare, aree gialle dove si può volare mantenendosi al di sotto dei 45 metri di altezza e così via fino alle aree bianche dove è consentito volare fino a 120 metri di altezza, la quota massima prevista da regolamento.

D-FLIGHT si usa anche per registrarsi come operatori, piloti e per registrare i propri droni. Ora questa operazione è obbligatoria per tutti coloro che guidano droni anche sotto i 250 grammi almeno che il modello non sia privo di video camera e sensori vari o sia certificato come giocattolo. In questo articolo non vedremo come registrarsi per non dilungarsi troppo ma vi ricordo che la registrazione al portale ha un costo come ha un costo la registrazione del drone. Se volate solo per hobby potete attivare un abbonamento base del costo di 6€/anno e registrare il drone con altri 6€. Se volare col drone vuol essere per voi una professione allora le tariffe di abbonamento diventano 24€/anno e registrare il drone costa 96€. L’abbonamento professionale darà diritto ad un accesso a mappe più dettagliate, al registro di volo europeo, alla gestione degli scenari di volo standard e alla gestione delle richieste di autorizzazioni. Abbiamo introdotto il concetto di scenario che ci porta ora ad affrontare gli step successivi legati al volo professionale citati in precedenza. 

La categoria open A1-A3 e il successivo step A2, che ricordiamo corrispondono a due brevetti differenti con esami abilitativi differenti, ci consentono di volare anche in aree urbane ma con la forte limitazione di non poter volare su assembramenti di persone e comunque sempre a distanze di almeno 50 metri da persone non informate. Inoltre nelle aree rosse riportate sulla mappa non è possibile volare. A queste regole va aggiunta la regola principale cioè l’obbligo del volo a vista (VLOS). Per poter operare quindi con droni che ci consentono di volare in modalità FPV (first person view) guardando su un monitor o tramite FPV goggles (occhiali immersivi) le immagini trasmesse dal drone stesso dovremo ottenere le relative abilitazioni dopo aver acquisito i precedenti tre brevetti di categoria Open A1-A2-A3.  Questo vale anche se si vuole volare al di fuori degli scenari standard per esempio se si vuole volare in aree rosse, se si vogliono svolgere attività professionali quali particolari riprese video o utilizzare i droni per il rilievo fotogrammetrico o in laser scanner di terreni o edifici privati, se si vuole usare i droni in particolari eventi emergenziali come in operazioni di ricerca dispersi o monitoraggio di aree alluvionali. Tutte queste attività rientrano negli scenari CRO o scenari per operazioni critiche. Ci limitiamo, in questo articolo, solo in qualche cenno sul volo professionale in quanto la trattazione sui regolamenti legati a quest’ultimo risulterebbe troppo lunga e complessa. Limitiamoci solo a precisare che il volo FPV, che è la nostra passione, in realtà è tranquillamente praticabile in luoghi al chiuso o comunque limitatamente alle aree di edifici privati, previa autorizzazione del proprietario e ad una quota di volo inferiore alla quota di gronda (tetto) dell’edificio stesso, nei campi di addestramento al volo o durante gare organizzate con l’approvazione della Federazione Aeronautica Internazionale.

Chiudiamo quindi tornando al volo in categoria base OPEN andando a riprendere le regole ad esso applicate ed in particolare riportiamo un breve cenno sul regolamento generale per la protezione dei dati (GDPR) che coinvolge anche il mondo dei droni. Come avrete notato più volte abbiamo citato il divieto del volo su persone non informate / non coinvolte dall’operatore che conduce il drone. ENAC stessa nel regolamento pone un accenno particolare al rispetto della privacy e rende obbligatorio, se si vuole diffondere dei video realizzati con dei droni in cui vengono riprese persone o oggetti riconducibili ai proprietari, ricondursi ad una di queste opzioni:

  • Chiedere (e ottenere) il consenso di pubblicazione alle persone ritratte delle opere
  • Tagliare le scene con le quali si potrebbe mettere in atto una violazione della privacy
  • Oscurare e rendere irriconoscibili persone/oggetti per i quali si potrebbe risalire al proprietario

Ricordatevi quindi che se è facile comprare il drone, farlo volare è ben altra cosa perchè è essenziale il rispetto della normativa prevista dal regolamento ENAC e EASA sui mezzi a pilotaggio remoto nonché il rispetto del codice della navigazione. Ricordatevi sempre che eventuali usi impropri sono puniti anche dal codice penale, in quanto le infrazioni costituiscono inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, con la previsione del pagamento di un’ammenda fino a 64.000,00€ e l’arresto fino a tre mesi. 

UNA VOLTA LETTO QUESTO ARTICOLO VI INVITIAMO A DARE UN’OCCHIATA AL TESTO CHE TROVATE A QUESTO LINK CHE RIPORTA AGGIORNAMENTI IMPORTANTI IN MERITO ALL’APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI.

Buon volo a tutti.

 

Articolo scritto da Marco Greco, revisionato da Roberto Acchiardo, caricato sul sito da Matteo Del Pino, foto di Roberto Sassara.

Una risposta

  1. Alcuni chiarimenti sui droni autocostruiti sotto i 499 grammi.

    Attualmente questi droni sono inseriti in fase transitoria nella categoria Open A1-A3 mentre dal 2023, se sprovvisti della marcatura Open CE, questi droni potranno volare solo nella categoria Open A3 classe C1.

    Sarà quindi consentito volare nelle aree indicate da D-Flight, se in possesso di brevetto A1-A3 e assicurazione, lontano da persone non espressamente informate e non coinvolte nel volo, su area urbana purché sia sempre possibile mantenere la visuale del Drone (VLOS).

    Il volo in FPV tramite l’ausilio di visori è consentito solo in presenza di un operatore che segua il pilota nelle varie fasi di volo del Drone sempre mantenendo il drone a vista.

    L’installazione di un transponder sui droni non è necessario e non lo sarà neanche in futuro.

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